sabato 20 e domenica 21 luglio ore 21.00
regia Pino Di Buduo
con Nathalie Mentha e Gaudi Tione Fanelli
Teatro Potlach
Formano una strana coppia questi due musicisti mentre provano “Le quattro stagioni” di Vivaldi. Uniti da un’amicizia tenera ma turbolenta, ne fanno di tutti i colori: litigano, fanno a pugni, si riconciliano, si fanno scherzi a vicenda, ma dividono anche la fame e in fin dei conti l’ultimo biscotto.
E quando poi incontreranno un fantasma…come se la caveranno? Lo vedrete!
Scene comiche, tragiche e a volte assurde si susseguono con ritmo frenetico, ricordandoci il gioioso mondo degli artisti di varietà dove spesso l’allegra disinvoltura è molto vicina alla miseria.
Lo spettacolo per la sua ricchezza di situazioni buffe e curiose, per il ritmo e i diversi livelli di associazione è adatto ad un pubblico di bambini dai 3 anni in poi come per un pubblico adulto che lo vedrà in modo diverso ma non meno divertito.
Il Teatro Potlach è stato fondato nel 1976 a Fara Sabina (Rieti). Il suo nome è derivato dagli studi antropologici dei fondatori, e significa, nel linguaggio degli indigeni dell’America nordoccidentale, il rito del dono gratuito che conferisce prestigio a chi lo elargisce e a chi lo riceve. La storia del Potlach nasce negli anni dell’avanguardia teatrale romana da una scelta di ricerca e sperimentazione. L’identità artistica del Potlach si è espressa contemporaneamente nella produzione di spettacoli di sala e di spettacoli di strada, e nell’attivazione di iniziative pedagogiche che hanno coinvolto l’insieme delle tecniche espressive e performative, dal clown, alla parata, al teatro musicale, in un continuo scambio di conoscenze con gruppi nazionali ed internazionali, alla ricerca di un profilo professionale capace di offrire spettacolo ad ogni tipo di pubblico. Dal 1991 il Teatro Potlach realizza il progetto Città invisibili in Europa e in America, che consiste in un lavoro teatrale ‘fuori dai teatri’ che trasforma gli spazi quotidiani attraverso la scoperta dell’identità culturale del luogo e l’elaborazione dell’energia creativa dei suoi abitanti.